IL LEGNO DI ARGO
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La mitica nave Argo era un'imbarcazione a vela e a remi, con cui Giasone e gli Argonauti navigarono per recuperare il vello d'oro. Prima dell'impresa, l'eroe incaricò il carpentiere Argo di Tespi per costruire una nave di lungo corso, in grado di resistere a tutte le insidie che un viaggio del genere avrebbe comportato.
Argo, con l'aiuto della dea Atena, protettrice della missione, la progettò e la costruì nel porto di Pagase (Tessaglia), utilizzando il legno ricavato dal Monte Pelio. Atena ci aggiunse sulla prua una trave proveniente dall'oracolo di Zeus a Dodona nella Grecia Occidentale: questa trave aveva il potere di profetizzare e rincuorare gli animi. La nave affrontò con successo tutte le insidie incontrate lungo il tragitto, resistendo alle tempeste più devastanti e mantenendo una velocità elevata.
Infine l'eroe Giasone a Corinto tirò in secco la nave e ne fece un monumento, dedicandolo al dio Poseidone.
Si dice poi che Giasone in vecchiaia tornò a Corinto e salì sulla nave in secca per ricordare le sue imprese, ma il suo legno era ormai marcio e, non reggendo il peso, crollò uccidendo l'eroe. Poseidone quindi ne immortalò i frammenti in cielo.
La stella più luminosa delle costellazioni della Nave Argo, nonché la seconda più luminosa in tutta la volta celeste, è Canopo, che prende il nome dal timoniere di Menelao. Al ritorno da Troia la flotta del re greco fu trascinata da una tempesta sulle rive egizie, dove Canopo morì morso da un serpente. Quindi in suo onore gli venne consacrata una stella e venne costruito un monumento funebre dove nacque la città di Canopo, l'attuale Arabi Abukir.